


Avrei voluto riscrivere il libro, farla tornare da suo figlio. A me questa sua decisione ha fatto troppo male. Ha un giorno libero a settimana e lo usa per tornare più.

Però la vita della madre scorre a una velocità pazzesca ed è scandita minuto per minuto nella cura dei suoi cari e della casa. Marito tornato dalla guerra e del tutto stranito (comprensibile), che però non vuole prendere aiuto e vive in silenzio in un mondo tutto suo figlioletto gravemente malato con bisogno continuo di cure. Poi c'è una storia straziante di una mamma sull'orlo dell'asfissia per la vita che conduce. Una storia molto commevente è quella della donna che torna in Polonia dopo decenni per aiutare il suo primo amore a morire T_T Madre e figlio tornano, ma non sapremo mai dove sono stati davvero, il padre impazzisce come noi poveri lettori nel cercare una risposta.

questa storia è divisa in tre parti sparpagliate nel libro e il finale semplicemente non c'é. Uno dei racconti che mi ha lasciato con il punto di domanda e a cui avrei tanto voluto una risposta è quello sulla madre e il figlioletto smarriti misteriosamente su un'isola e il padre che li cerca come un pazzo insieme agli isolani. Nessuno che sta lì dove deve stare, accanto a chi ama e chi gli vuole bene è_è Perché si intitola Vagabondi? Perché in tutte le storie c'é gente che parte, che se ne scappa, che torna. Si tratta di un libro frammentario, caotico e organizzato grossolanamente intorno ai temi del viaggio e dell'anatomia. Alcuni contengono fin troppi dettagli minuziosi su come conservare organi e corpi. Altre ancora sono solo degli appunti, ricordi. Altre del tutto incomprensibili, senza inizio/svolgimento/fine. Alcune storie sono molto tristi/commoventi.
